Sesso e pandemia infographic

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Il sesso dopo il COVID - come riscoprire l'intimità dopo un anno senza passione

Un anno di pandemia ha inevitabilmente cambiato il modo di vivere sesso e rapporti di coppia. Siti per adulti in grande crescita nei consumi, aumento della violenza domestica e relazioni difettose.

Sesso problemi

Un anno con poco sesso quello che abbiamo appena superato. Dodici mesi, dal 9 marzo del 2020 (data dell’inizio del lockdown nel nostro paese), in cui le crisi di coppia sono coincise con un problema sanitario mondiale. Ci hanno chiusi dentro, appunto, e non siamo stati in grado (non tutti almeno) di superare insieme la quarantena imposta dal Governo.

L’emergenza coronavirus ha fatto perdere la bussola a tante persone, ha fatto crollare le fondamenta delle relazioni più sane. Il lockdown ci ha chiuso in casa, senza possibilità di andare altrove.

L’uomo è un animale che si adatta facilmente, questo ce l’insegna la storia dell’umanità. E sa che, in circostanze fuori dall’ordinario, deve funzionare in maniera selettiva cercando di non crollare rispetto a ciò che accade. Sono rimaste insieme le coppie solide, quelle che si sono amate e supportate senza riserva, quelle che si sono adattate (come gli animali) superando insieme un momento di novità e di grande difficoltà.

Questa è una soluzione valida per riscoprirsi come coppia: adattarsi e cercare di volersi bene, a prescindere da ciò che accade. E poi ricordarsi di ciò che siamo stati, insieme, e sfruttare il buon carattere per andare avanti con determinazione anche nelle avversità.

I siti per adulti in soccorso di 8 milioni di italiani

Una ricerca di Pornhub in collaborazione con Eumetra ci racconta di come gli italiani siano stati salvati dal web per adulti durante il lockdown.

Questo studio, che spiega le abitudini sessuali degli italiani durante la chiusura, ci racconta di come almeno la metà degli intervistati abbia sentito la mancanza di un momento di intimità o tenerezza.

Ma non solo: è mancata, tanto, la convivialità. Infatti, per l’81% degli intervistati (soprattutto del Sud) si è sentita l’assenza di momenti ricreativi e festivi. Il 52% dei giovani, invece, ha perso il senso della tenerezza mentre i single e i giovanissimi (circa il 37%) hanno sentito la mancanza del sesso.

In un momento storico in cui, per legge, i non congiunti non potevano incontrarsi il sito Pornhub ha avuto un incremento di traffico di circa il 30%, con un 8% di coppie nuove che non avevano mai frequentato siti per adulti. Il 10% degli intervistati ha scoperto generi porno mai visti in precedenza e, addirittura, quasi il 50% delle coppie ha continuato a sperimentare nuove cose dopo la quarantena.

Il 17% del campione sostiene che i siti porno li abbiano aiutati a superare il difficile periodo che stavano vivendo. Questo studio fa emergere, oltretutto, anche una paura del contatto fisico che nasce con il Covid. Circa il 61% dei single parla di nuove difficoltà nell'incontrare un potenziale partner per il timore del virus. Anche le pratiche sessuali hanno cambiato registro: il 23% fa sesso 2 o 3 volte a settimana. Il 28% circa 1 o 2 volte, il 49% meno di frequente.

L’83% degli intervistati ha raccontato, soprattutto, di un calo dell’attività sessuale dovuto alle preoccupazioni economiche, al distanziamento sociale, all’ansia. Il 93% dei single o non conviventi ha parlato di un’interruzione dell’attività sessuale mentre c’è stato un incremento del 110% nelle visite ai sex shop online: dati da non prendere alla leggera.

L’aumento della violenza domestica in quarantena

Con la nascita dell’emergenza Covid si è subito parlato, anche, di un possibile aumento dei casi di violenza domestica.

Il lockdown forzato ha infatti costretto molte donne a vivere in casa con il soggetto maltrattante. Alcune di esse, che lavoravano informalmente, hanno perso il lavoro durante la quarantena. Ciò ha portato loro a lunghe permanenze in casa e, quindi, a una maggiore esposizione alla violenza.

La strategia manipolatoria e la sete di controllo dell’abusante più l’isolamento dovuto al virus hanno contribuito a far vivere le donne in condizioni di grande difficoltà, senza la possibilità di attivare reti di supporto valide.

Un’indagine pubblicata da CEPOL e dalle Nazioni Unite nel luglio del 2020 ha definito l’aumento della violenza in casa una “pandemia ombra”.

Sono state, infatti, a livello europeo e internazionale fornite linee guida per aiutare le vittime di violenza. Anche solo il rafforzamento dei servizi di supporto e l’apertura di centri per l’ospitalità delle vittime in strutture adeguate sono serviti e tanto.

L’esplosione dei casi in Italia è stata forte. Le chiamate al numero verde antiviolenza sono aumentate del 73% rispetto allo stesso periodo del 2019. I centri antiviolenza, l’aiuto di figure professionali adeguate e anche l’apertura di strutture di supporto nella ricerca di un nuovo lavoro sono state fondamentali. Reti di supporto locali ma anche associazioni specializzate sono state e sono le uniche risorse che possono dare un aiuto concreto alle vittime, anche in condizioni di emergenza speciale come questa sanitaria.

Il cambiamento del sesso e dei rapporti durante la pandemia

Il sesso e i rapporti sono cambiati durante e dopo dopo la pandemia.

Nel Regno Unito, ad esempio, il 25% non ricorda quando sia stata l’ultima volta che ha fatto sesso. In Francia il 34% ha fatto sesso in smart working. In Germania il 60% delle coppie dice di essersi riavvicinata grazie al lockdown. In Spagna il 48% delle donne non è soddisfatta dei rapporti. Nei Paesi Bassi i quartieri a luci rosse sono stati chiusi 6 mesi. In Danimarca la richiesta di sex toys è aumentata del 300%.

Tanti modi differenti di vedere la sessualità e i rapporti, tanti modi per uscire fuori da un’emergenza che segnerà la nostra epoca.